domenica 20 novembre 2016

Mangiare emozioni: un cervello nel nostro intestino influenza la psiche

Gioia, tristezza e stress si accumulano nella nostra pancia. Quello che mangiamo e che va a finire nel nostro intestino, si trasforma in emozioni e stati d’animo che influenzano il nostro umore e lo stile di vita. Stiamo parlando del “cervello addominale”’, un secondo intelletto, oltre quello cranico, che si nasconde nella nostra pancia e da cui dipendono funzioni metaboliche e non solo. Questa la teoria della dottoressa Serena Missori, endocrinologa e nutrizionista che ci racconta il suo punto di vista.
C’è davvero una specie di cervello nella nostra pancia?

«Assolutamente sì, di fatto si tratta di un cervello dotato di sistema immunitario, nervoso e che produce ormoni in diretta relazione con il nostro cervello cranico. Questo cervello in parte è autonomo e responsabile delle nostre reazioni agli eventi e allo stress e soprattutto al cibo che ingeriamo. Attraverso il cibo che è un messaggero chimico, il nostro cervello addominale è in grado di influenzare il nostro stato d’animo. Protagonista indiscusso di questo cervello addominale è un” microbiota”, un insieme di microrganismi, la cui salute è direttamente correlata alla nostra. Questi microrganismi producono vitamine, minerali e mandano messaggi al sistema immunitario e a quello nervoso, quindi se sono in salute e abitano in un ambiente favorevole, ci aiutano a vivere bene e in forma. Se invece questo microbiota si altera a causa dello stress e dell’alimentazione scorretta, può innescare reazioni non gradevoli e provocare stanchezza cronica. Quindi di fatto tutto ciò che avviene all’interno del nostro apparato digerente è fondamentale per la nostra salute non solo fisica ma anche mentale».
Dunque il cibo è fondamentale per una vita sana non solo a livello metabolico ma anche psicologico. Il cibo spazzatura uccide 6 persone al minuto. La situazione è davvero così grave?
«La situazione è veramente grave. Il cibo spazzatura è quello dei fast food e delle tavole calde ed è ricco di grassi idrogenati, tendenzialmente fritto, ricco di zuccheri semplici che all’interno del nostro organismo mettono in atto una serie di reazioni biochimiche che conducono a quella che viene chiamata infiammazione cronica silente che sta alla base di tantissime patologie, da quelle cardiovascolari, infarto, ictus e ipertensione a quelle metaboliche, diabete mellito, sovrappeso e obesità. Ma può anche contribuire a determinare patologie oncologiche. La situazione è drammatica soprattutto per i bambini, infatti in Italia c’è un alto tasso di sovrappeso e obesità in età scolare, in questo modo non facciamo altro che gettare le basi per i malati del futuro»
Sempre più italiani si ammalano di patologie correlate proprio all’alimentazione tra cui spicca il diabete. Quindi una maggiore attenzione al nostro cervello addominale può aiutare a prevenire e combattere queste malattie?
«Assolutamente sì anche perché si è visto che la disbiosi intestinale, quindi l’alterazione della microflora intestinale, è anche connessa allo sviluppo del diabete mellito perché favorisce quella  endotoxemia, una tossicità sistemica che porta all’aumento dell’insulino-resistenza che sembra proprio essere alla base dell’insorgenza del diabete mellito di tipo 2. Quindi curare nel modo corretto il cervello addominale ci consente poi di non dover curare altre patologie più gravi che con una scorretta alimentazione potrebbero svilupparsi nel tempo»


Tratto da Sanita Informazione 15 novembre 2016

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