lunedì 15 dicembre 2014

La sindrome influenzale

In questi giorni le morti che sono state correlate alla iniezione del vaccino anti-influenzale hanno riportato alla ribalta questa malattia che pur essendo ad andamento benigno interessa, con le sindromi parainfluenzali, qualche milione di persone ogni anno, in Italia, e quindi riveste un interesse sociale piuttosto elevato.
L’influenza è una malattia acuta epidemica di origine virale indotta da orthomixovirus del genere A, B, C, che sono in grado di infettare gli organismi umani. Il genere più aggressivo è quello A, seguito dal B, mentre il genere C procura delle infezioni asintomatiche.
Gli orthomixovirus, come tutti i virus, sono dei parassiti endocellulari, cioè non sono in grado di riprodursi da soli ma devono penetrare nelle cellule di organismi umani o di altri animali per utilizzare le loro strutture per potersi moltiplicare.
Essi sono costituiti da una parte centrale costituita da RNA (come il virus dell’AIDS e dell’epatite C) e una capsula proteica.
La parte centrale costituita da RNA è stabile, cioè non muta mai, ma le attuali biotecnologie non sono in grado di produrre un vaccino, verso questa componente, che permetterebbe di ottenere un’immunità permanente. Bisogna accontentarsi di produrre vaccini contro la capsula proteica che è oggetto di mutazioni frequenti e quindi obbliga a cambiare il vaccino ogni anno.
La parte capsulare del virus contiene diversi tipi di proteine, ma soprattutto due sono importanti per la sua classificazione: sono  l’emoagglutinina (H) e la neuramidasi (N), l’una serve al virus per attaccarsi alla cellula e l’altra per penetrare dentro di essa.
Quindi ogni virus influenzale ha una codificazione HxNy, ad esempio il virus che ha prodotto l’epidemia “di influenza suina” aveva una classificazione H1N1. Esistono 16 neuramidasi (N) e 9 emoagglutinine (H) e quindi le combinazioni sono moltepplici e costringono, ogni anno, ad utilizzare una miscela di virus influenzali per la preparazione della vaccinazione.
 La sintomatologia
Dal punto di vista sintomatologico, la sindrome influenzale, che come abbiamo già detto, ha andamento epidemico, cioè coinvolge il 10-15 % della popolazione, può essere suddivisa in tre fasi:
·         Fase di invasione
·         Fase della sintomatologia conclamata o periodo di stato
·         Fase della risoluzione
La fase di invasione è caratterizzata da pochi sintomi: malessere vago, astenia, sensazione di calore inusuale…
La fase della sintomatologia conclamata è quella più tipica e ricca di sintomatologia :
·         febbre
·         cefalea
·         mal di gola, raffreddore
·         tosse dapprima secca, poi catarrale
·         mialgie, artralgie,
·         nausea, diarrea (soprattutto nei più piccoli)
·         astenia (stanchezza)

La fase acuta può durare, in media da 2 a 5 giorni, mentre la febbre può persistere fino a 5-6 giorni,

La fase della risoluzione è caratterizzata soprattutto da stanchezza  e tosse moderatamente catarrale che possono protrarsi anche per tre settimane.
La sindrome influenzale è una malattia ad andamento benigno che si risolve spontaneamente nei tempi sopraindicati, anche se può produrre delle complicanze in soggetti piuttosto anziani o portatori di gravi malattie croniche quali la bronchite cronica con enfisema, le cardiopatie e le nefropatie croniche, il diabete di difficile compenso, ecc



L’epidemiologia
In genere, l’influenza nell’emisfero boreale ha un andamento invernale; i primi casi si manifestano a metà dicembre e l’epidemia si conclude alla fine di marzo. Ma l’andamento temporale e il numero di persone interessate cambia di anno in anno Vedi grafico).



(da Influnet – Rapporto Italia aggiornato al 9 maggio 2010)

Quando il contagio colpisce i 15-20 % della popolazione si parla di epidemia (ogni 2-3 anni si hanno epidemie da virus A, ogni 3-6 anni epidemie da virus B). Quando invece è interessato almeno il 50% della popolazione l’epidemia assume i caratteri della pandemia, cosa che avviene ogni 20-30 anni circa per modificazione del virus A.

Ecco gli esempi più noti di pandemia:
*      1918-1919 “Spagnola1743 e 1890 pandemie ” (20 milioni di morti) – virus A/H1N1
*      1957 “Asiatica” – virus A/H2N2
*      1968 “ Hong Kong” – virus A/H3-N2
*      2009 Suina – virus A/H1N1
La velocità di diffusione della malattia è correlata alla rapidità dei mezzi di trasporto che permettono al virus di trasferirsi da un continente all’altro nell’arco di poche ore.
La trasmissione virale avviene tramite piccole gocce d'acqua o particelle nebulizzate, espulse con la tosse e gli starnuti. La malattia ha un periodo di incubazione tra le 18 e le 72 ore. Durante questo periodo la persona contagiata, anche in assenza di sintomi, può diffondere il virus ad altri soggetti e mantiene questa capacità per alcuni giorni dopo l'esordio dei sintomi.
Occorre inoltre distinguere la sindrome influenzale vera e propria dalle numerose sindromi parainfluenzali con sintomatologia respiratoria prevalente, indotte da virua diversi quali i paramixovirus, rinovirus, coronavirus, adenovirus, le quali sono spesso fonte di confusione soprattutto tra i pazienti.
Nella tabella seguente sono evidenziate le differenze tra la sindrome influenzale e le sindromi parainfluenzali.


In questi giorni le morti che sono state correlate alla iniezione del vaccino anti-influenzale hanno riportato alla ribalta questa malattia che pur essendo ad andamento benigno interessa, con le sindromi parainfluenzali, qualche milione di persone ogni anno, in Italia, e quindi riveste un interesse sociale piuttosto elevato.
L’influenza è una malattia acuta epidemica di origine virale indotta da orthomixovirus del genere A, B, C, che sono in grado di infettare gli organismi umani. Il genere più aggressivo è quello A, seguito dal B, mentre il genere C procura delle infezioni asintomatiche.
Gli orthomixovirus, come tutti i virus, sono dei parassiti endocellulari, cioè non sono in grado di riprodursi da soli ma devono penetrare nelle cellule di organismi umani o di altri animali per utilizzare le loro strutture per potersi moltiplicare.
Essi sono costituiti da una parte centrale costituita da RNA (come il virus dell’AIDS e dell’epatite C) e una capsula proteica.
La parte centrale costituita da RNA è stabile, cioè non muta mai, ma le attuali biotecnologie non sono in grado di produrre un vaccino, verso questa componente, che permetterebbe di ottenere un’immunità permanente. Bisogna accontentarsi di produrre vaccini contro la capsula proteica che è oggetto di mutazioni frequenti e quindi obbliga a cambiare il vaccino ogni anno.
La parte capsulare del virus contiene diversi tipi di proteine, ma soprattutto due sono importanti per la sua classificazione: sono  l’emoagglutinina (H) e la neuramidasi (N), l’una serve al virus per attaccarsi alla cellula e l’altra per penetrare dentro di essa.
Quindi ogni virus influenzale ha una codificazione HxNy, ad esempio il virus che ha prodotto l’epidemia “di influenza suina” aveva una classificazione H1N1. Esistono 16 neuramidasi (N) e 9 emoagglutinine (H) e quindi le combinazioni sono moltepplici e costringono, ogni anno, ad utilizzare una miscela di virus influenzali per la preparazione della vaccinazione.
 La sintomatologia
Dal punto di vista sintomatologico, la sindrome influenzale, che come abbiamo già detto, ha andamento epidemico, cioè coinvolge il 10-15 % della popolazione, può essere suddivisa in tre fasi:
·         Fase di invasione
·         Fase della sintomatologia conclamata o periodo di stato
·         Fase della risoluzione
La fase di invasione è caratterizzata da pochi sintomi: malessere vago, astenia, sensazione di calore inusuale…
La fase della sintomatologia conclamata è quella più tipica e ricca di sintomatologia :
·         febbre
·         cefalea
·         mal di gola, raffreddore
·         tosse dapprima secca, poi catarrale
·         mialgie, artralgie,
·         nausea, diarrea (soprattutto nei più piccoli)
·         astenia (stanchezza)

La fase acuta può durare, in media da 2 a 5 giorni, mentre la febbre può persistere fino a 5-6 giorni,

La fase della risoluzione è caratterizzata soprattutto da stanchezza  e tosse moderatamente catarrale che possono protrarsi anche per tre settimane.
La sindrome influenzale è una malattia ad andamento benigno che si risolve spontaneamente nei tempi sopraindicati, anche se può produrre delle complicanze in soggetti piuttosto anziani o portatori di gravi malattie croniche quali la bronchite cronica con enfisema, le cardiopatie e le nefropatie croniche, il diabete di difficile compenso, ecc


L’epidemiologia
In genere, l’influenza nell’emisfero boreale ha un andamento invernale; i primi casi si manifestano a metà dicembre e l’epidemia si conclude alla fine di marzo. Ma l’andamento temporale e il numero di persone interessate cambia di anno in anno Vedi grafico).



(da Influnet – Rapporto Italia aggiornato al 9 maggio 2010)

Quando il contagio colpisce i 15-20 % della popolazione si parla di epidemia (ogni 2-3 anni si hanno epidemie da virus A, ogni 3-6 anni epidemie da virus B). Quando invece è interessato almeno il 50% della popolazione l’epidemia assume i caratteri della pandemia, cosa che avviene ogni 20-30 anni circa per modificazione del virus A.

Ecco gli esempi più noti di pandemia:
*      1918-1919 “Spagnola1743 e 1890 pandemie ” (20 milioni di morti) – virus A/H1N1
*      1957 “Asiatica” – virus A/H2N2
*      1968 “ Hong Kong” – virus A/H3-N2
*      2009 Suina – virus A/H1N1
La velocità di diffusione della malattia è correlata alla rapidità dei mezzi di trasporto che permettono al virus di trasferirsi da un continente all’altro nell’arco di poche ore.
La trasmissione virale avviene tramite piccole gocce d'acqua o particelle nebulizzate, espulse con la tosse e gli starnuti. La malattia ha un periodo di incubazione tra le 18 e le 72 ore. Durante questo periodo la persona contagiata, anche in assenza di sintomi, può diffondere il virus ad altri soggetti e mantiene questa capacità per alcuni giorni dopo l'esordio dei sintomi.
Occorre inoltre distinguere la sindrome influenzale vera e propria dalle numerose sindromi parainfluenzali con sintomatologia respiratoria prevalente, indotte da virua diversi quali i paramixovirus, rinovirus, coronavirus, adenovirus, le quali sono spesso fonte di confusione soprattutto tra i pazienti.
Nella tabella seguente sono evidenziate le differenze tra la sindrome influenzale e le sindromi parainfluenzali.
Dott. Edoardo Felisi, 
Specialista in Pneumologia , Esperto in Medicine Complementari
Milano



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